Cives Cremona

27 marzo 2009

Finanza creativa al comune di Cremona?

Filed under: Comune di Cremona — Cives Cremona @ 16:04

Commentando l’articolo di Erasmo da Narni (vedi Cives 7/3/2009), dedicato alla cessione degli impianti sportivi dal comune di Cremona all’Aem, un lettore ci scrive che “la pratica di attingere alle riserve dell’Aem non è nuova, qualche anno fa avvenne anche per le reti idriche e le fognature, per un importo assai superiore”.
In effetti, già nel bilancio di previsione del 2007 il Comune aveva inserito una alienazione di beni del patrimonio comunale all’Aem per un valore di 75 milioni di euro nel triennio. Di questi 48 milioni erano dati dal trasferimento delle reti idriche e delle fognature. In quella occasione, il settimanale Vita Cattolica (22/3/2007) aveva sollevato qualche interrogativo: “L’alienazione fatta a favore dell’Azienda energetica municipale, soggetto giuridico privato in quanto spa ma sostanzialmente pubblico in quanto partecipata al 100% dal comune di Cremona, non è altro che una partita di giro. La scelta voleva forse aggirare i limiti posti all’indebitamento del comune? Come avrebbe finanziato l’Aem l’acquisizione?”
Come si vede sono interrogativi dello stesso tenore di quelli posti dal nostro collaboratore Erasmo da Narni. E sono gli stessi interrogativi che ci poniamo noi. Le reti idriche e le fognature sono beni demaniali inalienabili che non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi. Anche la legge regionale sui servizi pubblici stabilisce che gli enti locali non possono cederne la proprietà, possono solo conferirla a società di capitali con la partecipazione totalitaria di capitale pubblico incedibile. Sarebbe questo il caso, resta comunque da capire come possa scaturire un valore da beni senza valore di mercato, che restano comunque nel patrimonio del comune anche in caso di conferimento.
A noi pare che ci troviamo davanti a casi di finanza creativa, con i quali il Comune attinge alle riserve dell’Aem, o per aggirare i limiti all’indebitamento, o per evitarlo, o per non ricorrere ad aumenti fiscali. In quest’ultimo caso riproponiamo la tesi di Erasmo da Narni: non siamo di fronte ad una tassa occulta che i cittadini cremonesi pagano con le tariffe?
E non sarebbe opportuno un bel dibattito pubblico, aperto e documentato, con tutti i portatori di interessi – compresi gli utenti – per chiarire i rapporti tra il Comune e le sue aziende?

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