A giochi fatti, presentate le liste elettorali, viene confermata l’ipotesi da noi fatta il 2 aprile (v. Grammatica elettorale per cittadini). A Cremona si contenderanno il posto di sindaco 9 candidati e i posti di consigliere 17 liste, ma la realtà è meno complicata di quanto non appaia da queste cifre, in quanto concorreranno realisticamente per il primato 2 coalizioni maggiori, formate da 5 partiti nazionali e da 4 liste locali di sostegno (per il centrosinistra, candidato Corada: Partito democratico, Italia dei valori e Verdi, più Sinistra per Corada, Cremona nel cuore e Dissonanze; per il centrodestra, candidato Perri: Popolo della libertà e Lega Nord, più Obiettivo Perri).
Gli altri 7 aspiranti sindaco fanno riferimento a 8 liste, 3 riferibili a partiti nazionali (Unione di centro; Rifondazione comunista/Partito dei comunisti italiani; Alternativa comunista); 5 riferibili a liste locali (Cremona per la libertà; Pensionati; Gente nuova, Gente per Cremona; Gerundo). A ben guardare, solo le ultime tre (Gente nuova, Gente per Cremona e Gerundo) sono liste “civiche”, nate cioè per iniziativa di cittadini non appartenenti a partiti sulla base di istanze civiche. Cremona per la libertà e i Pensionati che appoggiano Quinzani nascono piuttosto da una strappo nel Popolo della libertà, che ha poi raccolto sostenitori di varia provenienza.
Gente nuova, guidata da Trentarossi, è una lista “nuovissima” di giovani che tentano l’impresa di rinnovare la politica cremonese. Gente per Cremona, guidata da Maria Vittoria Ceraso, vuol testimoniare la continuità dell’impegno amministrativo di Peppino Ceraso. Gerundo, guidata da Rozzi e Dossena, continua l’impegno avviato nel 2004 sui temi urbani e ambientali, avendo ottenuto l’appoggio di altre due formazioni, la Lega per le autonomie e la Lega pensionati.
Considerato che la “regola di maggioranza”, rafforzata dal premio di coalizione, assegna al vincitore il 60 per cento dei seggi e considerato che il realismo politico e i sondaggi assegnano la vittoria ad una delle coalizioni maggiori, cosa può indurre il cittadino a scegliere una delle liste minori? Innanzitutto la chiarezza delle loro proposte. Nessun voto è inutile purché riposto su un obiettivo chiaro: può essere chiaro il proposito di conquistare un qualche seggio in consiglio per perseguire in quella sede gli obiettivi programmatici; può essere chiaro il proposito di rafforzare numericamente il proprio schieramento in vista di battaglia politiche future; può essere chiaro il proposito di sostenere in un eventuale ballottaggio un candidato preventivamente dichiarato.
Sarebbe meno chiaro il silenzio sulle intenzioni future. La politica delle mani libere può ingenerare i peggiori sospetti e provocare l’insofferenza dei cittadini.
11 Maggio 2009
Grammatica elettorale n. 2
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