Per inquadrare meglio le nostre osservazioni contenute nel post sulla “banda del campanile”, riportiamo in sintesi le conclusioni di un documento approvato all’unanimità dall’Assemblea del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) il 27 aprile 2010.
A conclusione di un ampia analisi condotta direttamente e del dibattito in corso, il Cnel ritiene che la realizzazione di una rete a banda ultralarga sia una necessità non eludibile per il nostro paese, per diverse ragioni: tutte le imprese dovranno dotarsi di “reti lunghe” per affrontare le sfide dell’economia globalizzata; la nuova rete consentirà la nascita di nuove imprese di servizi; gli investimenti sulla nuova rete solleciteranno l’industria manifatturiera; infine, nell’attuale congiuntura, la costruzione della nuova rete avrà un effetto anticiclico.
Dato che la nuova rete richiederà ingenti risorse, è necessaria una strategia condivisa da tutti i soggetti che a vario titolo hanno interessi sulla rete, che diventi un Progetto Paese, coinvolgendo Governo, Parlamento, Regioni, Autorità, imprese, sindacati. Inoltre, sarà necessaria una condivisione delle risorse da parte di soggetti pubblici e privati, con modalità di project financing.
Poiché la normativa europea vieta sussidi diretti alle imprese, sarà opportuna la creazione di una “società della rete”, aperta a tutti gli operatori di telecomunicazione e ai principali operatori televisivi, sottoposta alla regolazione dell’Autorità delle comunicazioni. Data l’importanza strategica ai fini della sicurezza nazionale, si ritiene che l’indirizzo e il controllo restino in mano pubblica e italiana.
Per ragioni di costo, la nuova rete potrebbe non essere realizzata completamente in fibra ottica, ma dovrebbe avvalersi di tutte le tecnologie disponibili.
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