Cives Cremona

24 Maggio 2011

Quando la lingua è asservita

Filed under: Antologia — Cives Cremona @ 07:00

Quando nella vita non quadra più niente, anche le parole vanno a picco. Perché tutte le dittature, di destra o di sinistra, atee o religiose, prendono la lingua al loro servizio. Nel mio primo libro su un’infanzia nel villaggio del Banato svevo la casa editrice rumena censurò oltre a tutto il resto anche la parola valigia. Era diventata una parola fastidiosa perché l’emigrazione della minoranza tedesca doveva restare un tabù. Questa presa di possesso rende cieche le parole e tenta di spegnere l’intelligenza del linguaggio contenuta nella parola….[Ma] la gente comune prendeva posizione ogni giorno nei confronti del Grande Fratello con giochi linguistici originali e sprezzanti. I nessi logici quanto più restavano nascosti tanto più risultavano sfottenti. Quando nei negozi si potevano comprare soltanto zampette di maiale affumicato invece della carne, si dava loro il nome di scarpe da ginnastica.

(da Herta Müller, Il re si inchina e uccide, Editore Keller)

10 Maggio 2011

Un messaggio contro le megalomanie delle “archistar”

Filed under: Antologia — Cives Cremona @ 15:21

L’Africa sembra oggi il luogo dove è possibile inventare una modernità nuova, “a bassa risoluzione”, dove la povertà, la mancanza di comunicazione, la distanza, l’isolamento possono essere l’occasione di ripensare un progetto di futuro fuori da qualunque schema precostituito. Costruire luoghi capaci di confrontarsi con persone che percepiscono la finitezza dell’esistenza come un naturale trapasso, significa anche accettare la sfida di un serrato confronto sul senso della vita, dell’immaginario, del futuro.

(da Raul Pantaleo, Made in Africa. Tra modernizzazione e modernità, Elèuthera, 2011)

7 aprile 2011

La veduta corta del capitalismo

Filed under: Antologia — Cives Cremona @ 07:00

“L’attuale crisi non è stata per l’economia di mercato quello che il il 1989 è stato per l’economia di piano. Oggi abbiamo piuttosto a che fare con la crisi di una particolare forma di economia di mercato, contraddistinta da tre caratteristiche essenziali. La prima è l’ideologia fondamentalista del mercato, ovvero l’illusione che il mercato abbia sempre ragione, che esso possa funzionare anche senza regole: una specie di anarchia in cui si può fare ciò che si vuole. La seconda caratteristica è il nazionalismo della politica economica e cioè il crescente divario che si è creato tra il perimetro dei mercati e quello dei poteri pubblici. Il terzo elemento è la veduta corta e rappresenta il più elusivo dei fattori esplicativi della crisi: infatti, mentre i primi due elementi sono più comunemente riconosciuti, questo progressivo accorciarsi dei nostri orizzonti temporali è una questione di cui forse ci rendiamo conto solo oggi”

(Tommaso Padoa-Schioppa, Un’interpretazione della crisi: la veduta corta, in “Annale Fuci 2010”, Editore Studium)

7 marzo 2011

“Per superare la presente crisi”

Filed under: Antologia — Cives Cremona @ 07:00

La constatazione che al nostro paese fanno quasi “naturalmente” difetto le élite e che – anche quando esse esistano, più o meno facilmente visibili e riconoscibili – restano immature e incapaci di svolgere il ruolo di classe dirigente, accompagna con sin eccessiva frequenza tutta la storia unitaria italiana….Con ogni probabilità, tuttavia, ben più del persistente lamento sull’assenza di élite e sulla latitanza di una vera classe dirigente conta – oggi soprattutto – apprestarsi finalmente a formare le une e preparare l’avvento dell’altra. E’ questo infatti il solo modo di “superare la presente crisi”. Che è tanto più minacciosa, quanto più fa emergere in modo simultaneo il progressivo avvitamento di ogni sistema di partito e l’insufficiente adempimento delle promesse della democrazia dei “moderni”.

(da un articolo di Lorenzo Ornaghi, dal libro collettivo L’interesse dei pochi, le ragioni dei molti, in pubblicazione da Einaudi)

6 gennaio 2011

La precaria credibilità dei mass media

Filed under: Antologia — Cives Cremona @ 15:07

Mentre i giornali, nazionali e locali, redigono le pagelle dei politici, un libro appena arrivato nelle librerie avverte che, “nel crollo delle vendite dei quotidiani è ormai evidente che due lettori su tre manifestano chiara diffidenza nei confronti delle informazioni che leggono. In un contesto in cui l’affidabilità fa mercato, viene messa in discussione ed esaminata la credibilità dei giornalisti e dell’intero sistema della comunicazione in Italia, attraversando il sottile e tortuoso confine tra deontologia e interesse personale. Si può parlare di corruzione? O, meglio, di anomalia e distorsione italiana?”

Il brano è ripreso da Avvenire del 4 gennaio e si riferisce al libro Yes, credibility. La precaria credibilità dei mass media, edito dall’ Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), a cura di Paolo Scandaletti e Michele Sorice.

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