Cives Cremona

9 marzo 2010

Nubi sui consorzi di bonifica

Filed under: Enti e Fondazioni — Cives Cremona @ 10:59

La stampa locale ha dato notizia di contrasti sorti nel mondo agricolo (e anche amministrativo) in merito alla proposta di riordino dei consorzi di bonifica lombardi, predisposta per conto della Regione dal professor Gandolfi dell’Università di Milano. La proposta comporterebbe – tra l’altro – la costituzione di un grande consorzio cremonese-mantovano, mediante l’incorporazione di una parte del Consorzio Dugali, del Consorzio Navarolo di Casalmaggiore e di altri cinque consorzi mantovani.
Il riordino dei consorzi è stato oggetto di una proposta della Conferenza Stato-Regioni del 2008, recepita in una legge dello steso anno e già attuata in alcune regioni. Da noi, la bozza tecnica di riordino proposta dall’Università è stata fonte di contrasti: il mondo agricolo ritiene di non essere stato adeguatamente consultato e teme di perdere la gestione dei consorzi soppressi; gli amministratori locali, in primis quelli di Casalmaggiore, temono il trasferimento della “storica” sede in territorio mantovano. Probabilmente (ci suggerisce qualche tecnico) la proposta del professor Gandolfi non è esente da critiche, proprio in ordine alla costituzione di un unico grande consorzio a cavallo dell’Oglio.
Ma non azzardiamo oltre. Ci interessa piuttosto – come cittadini – evidenziare alcuni aspetti della vicenda consorzi, in quanto emblematici della “immane” difficoltà di porre mano a qualunque riforma amministrativa nel nostro paese. L’esigenza di riordino ci sembra fuori discussione e (a parole) è accettata da tutti. All’atto pratico, quando si entra nei dettagli (dove si annida il diavolo) si sottilizza, si cavilla, si sofistica e alla fine si rinvia o si pasticcia. Per non dire delle proposte che vorrebbero eliminare alla radice il problema sopprimendo i consorzi e trasferendo le loro funzioni alle province, come era nell’originario progetto Calderoli sulle autonomie.
A questo proposito, ricordiamo che i consorzi di bonifica  sono enti pubblici economici, amministrati da privati, che gestiscono la bonifica e la regolazione delle acque nel territorio di competenza. Sono un esempio di funzione pubblica affidata ai privati consorziati che ha decisamente contribuito al progresso e al benessere della nostra agricoltura; con spese di gestione a carico dei privati e con amministratori competenti che godono di modeste indennità (questo per riferirci alle correnti dispute ideologiche sulla gestione dei servizi idrici).
Ecco perché, come cittadini, useremmo discernimento nella valutazione degli enti da sopprimere. Cives ne ha più volte indicati parecchi, che potrebbero essere utilmente messi in capo alle province, ma in questo caso dubitiamo che il risultato finale alleggerirebbe i bilanci pubblici. I contributi consortili sono a carico della proprietà fondiaria, che vantaggio ci sarebbe a trasformarli in tassazione generalizzata?
Senza contare la difficoltà di far coincidere i bacini idrografici (propri dei consorzi) con i confini provinciali.

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