Cives Cremona

24 marzo 2010

Elezioni, non voto e politica

Filed under: Politica — Cives Cremona @ 07:00

Tra molti cittadini, chiamati domenica prossima al rinnovo del presidente e della giunta regionali, circola un sentimento di insoddisfazione dovuto in gran parte allo snaturamento della competizione elettorale. Invece di focalizzare il voto sui risultati delle amministrazioni uscenti e sugli impegni futuri dei partiti, gli elettori sono sollecitati a prendere parte ad uno scontro frontale, più simile a quello delle tifoserie che a quello di un confronto (sia pure appassionato) di natura politica.
Il sentimento di insoddisfazione è acuito dal senso di impotenza dell’elettore di fronte a procedure elettorali che non lo coinvolgono e che sembrano preoccupate soprattutto di blindare il ceto politico, piuttosto che dare spazio alle scelte dei cittadini; si vedano le autenticazioni “caserecce” delle liste elettorali o i “listini” garantiti in quota alla coalizione vincente.
Si può quindi capire che questi sentimenti diffusi alimentino la tentazione del non voto (alle regionali francesi il primo partito è stato quello degli astenuti), con l’intento di mandare ai partiti un specie di diffida. Ma se tutto si ferma al non voto, il pericolo è quello di portare legna a chi i partiti vuole metterli al rogo, da destra e da sinistra. Sia dalla sinistra radicale di un Pannella (che della partitocrazia salva solo se stesso), sia dalla destra anticapitalista di un Massimo Fini che (anche sul Vascello) invoca la dittatura risanatrice di un generale o l’algido governo di un ragioniere dello stato. Ma basta fare un po’ di memoria per capire che la messa al bando dei partiti ha prodotto il partito unico (comunista o fascista) e le tragiche dittature del secolo scorso.
In una democrazia (per quanto imperfetta) le elezioni non sono i “ludi cartacei” di mussoliniana memoria, sono un momento insostituibile. Certo, il voto da solo può non bastare, tuttavia il cittadino consapevole dovrebbe sapere che i difetti della politica non si curano con l’antipolitica, ma con una politica di segno diverso. Per la quale il cittadino che non vuole essere solo elettore può contribuire attivamente, sia nella sfera civile sia in quella politica. Magari cominciando a utilizzare gli strumenti di partecipazione che gli statuti dei comuni, delle province e delle regioni mettono a disposizione.

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