Cives Cremona

31 marzo 2010

Osservazioni sul voto regionale a Cremona

Filed under: Politica — Cives Cremona @ 07:00

Due settimane fa le elezioni regionali francesi avevano ribaltato le maggioranze nella quasi totalità delle regioni a favore della sinistra e, con una astensione del 50%, avevano inviato ai partiti di governo un segnale di forte insoddisfazione.
Qua da noi, le previsioni della vigilia propendevano per un risultato simile a quello francese: massiccia astensione, segnali di malcontento, affermazione della sinistra. E’ andata così solo in parte. Segno che non è facile comparare il comportamento elettorale di società nazionali diverse. Vediamo come sono andate le cose da noi, limitandoci ad alcune osservazioni relative alla nostra provincia.
Prima osservazione. La fuga “francese” non c’è stata. In Francia un elettore su due non era andato a votare, da noi è rimasto a casa un elettore su tre (ha votato il 66,57%). Considerato il momento economico difficile, la confusione delle liste, alcune vicende poco esemplari della cronaca politica, gli elettori hanno anche questa volta confermato di possedere senso civico e passione politica. In particolare nei confronti di un ente – la regione – che è ancora per molti un oggetto misterioso, lontano dai cittadini. Un riscontro di questa lontananza lo troviamo nelle votazioni per il consiglio comunale di Soncino, dove (nello stesso giorno) è andato a votare l’80,71% degli elettori.
Seconda osservazione. Il malcontento degli elettori non ha punito i partiti di governo, ma si è distribuito equamente tra le due coalizioni (governo e opposizione). Pdl e Lega Nord mantengono la stessa percentuale di voti riportata alla elezioni europee del 2009 (55%). C’è stato però un travaso di voti dal Pdl alla Lega (3,5%), segno che l’insoddisfazione di una parte degli elettori del Pdl è stata captata dalla Lega. Un’altra parte di elettori malcontenti ha trovato rifugio nella lista del movimento di Grillo (2,21%), mentre l’Idv di Di Pietro (al 4,58%) ha perso lo 0,29 rispetto alle europee.
Terza osservazione. Le liste coalizzate assommano il 90,7% dei voti, mentre alle quattro liste non coalizzate va complessivamente il 9,3% (4,1 all’Unione di centro; 2,4 a Rifondazione comunista; 1,64 a Sinistra e libertà; 0,55 a Forza Nuova). Eppure il menu alternativo era ben assortito e poteva soddisfare chi non si riconosce nei partiti maggiori. A noi pare il segno che il bipolarismo è ben accetto dagli elettori.
Quarta osservazione. I voti riportati dai candidati presidenti si discostano poco da quelli delle liste che li sostengono. Quel che ha fatto meglio è Savino Pezotta (Udc) che ha guadagnato l’1,1% sulla sua lista.

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