Cives Cremona

16 novembre 2009

De Crecchio, lasciare la piazza libera e senza orpelli

Filed under: Comune di Cremona — Cives Cremona @ 07:00

La distruzione bodiniana del giardino di piazza Cavour, giardino realizzato in parte dall’amministrazione Vernaschi e in parte dall’amministrazione del commissario Santini, nell’intento benemerito di mitigare l’orrendo impatto sul centro monumentale della sciagurata facciata tricolore del Palazzo delle Corporazioni (oggi Camera di Commercio), aveva un senso ed era tollerabile in quanto avrebbe potuto consentire di sgravare le due piazze contigue (Duomo e Marconi) da funzioni improprie o comunque inopportune.
Intendo dire che le grandi manifestazioni musicali (concerti rock) e pseudo sportive (Mille Miglia) si sarebbero finalmente qui potute decentrare da uno spazio “sacro” per ragioni religiose e culturali come piazza Duomo.
Di contro, piazza Marconi, liberata dalle bancarelle trasferite in piazza Cavour e dintorni e debitamente alberata, avrebbe potuto servire da ampio parcheggio anche nei giorni di mercato, gli unici nei quali il centro monumentale cittadino sentiva effettivamente carenza di spazi per la sosta dei veicoli. In effetti, per un paio d’anni almeno, un grande poster illustrante come sarebbe risultato il magnifico colpo d’occhio della piazza ripiantumata rimase esposto sulla scaffa al termine dei portici orientali della piazza stessa; di converso nel frattempo si approvava un regolamento che avrebbe dovuto tenere lontano per sempre manifestazioni improprie da piazza Duomo.
Restano misteriose le ragioni che portarono poi l’amministrazione Bodini a contraddire clamorosamente le buone intenzioni iniziali. Piazza Cavour, ribattezzata Stradivari, fu ingombrata da una buffa pensilina che ne mortificò di colpo le potenzialità di spazio aperto per ospitarvi i grandi eventi che rimasero tra infinite (e sacrosante) proteste in piazza Duomo. In piazza Marconi si riaprì la tragicommedia dell’autosilo sotterraneo, tragicommedia che anche un sindaco urbanisticamente disinvolto come Zaffanella aveva avuto il buon senso di sospendere prima che i guai diventassero irreparabili.
Tutto questo per dire che oggi è quanto mai opportuno lasciare la piazza Stradivari integralmente pedonale e il più libera possibile da nuovi orpelli d’arredo, per conservarne la riacquistata potenziale polifunzionalità d’uso e rinunciare a tentarvi nuove avventure “architettoniche” che non siano, forse, solo un moderato “restyling” della infelice facciata della Camera di Commercio, sostituendovi i marmi pù clamorosamente in contrasto con l’ambiente.

Michele De Crecchio

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